giovedì 4 giugno 2009

Invasione! Cacciamoli, ammazziamoli!


Gli italiani cominciano ad esagerare con le loro pretese. Presto ci tratteranno come un Paese conquistato […]. Fanno concorrenza alla manodopera francese e si accaparrano i nostri soldi a vantaggio del loro Paese”; I Francesi devono essere protetti da “questa merce nociva, e peraltro adulterata che si chiama operaio italiano”.

Così nel 1893 – ma sembra di leggere una Padania di un secolo dopo - si esprimeva la stampa nella Francia meridionale – cito Le Jour e La Lanterne - a proposito dell'immigrazione italiana (essenzialmente “padana”). E nell'agosto dello stesso anno, a Aigues Mortes (Camargue), avviene il primo eccidio nella lunga e sanguinosa storia della nostra emigrazione: 9 operai linciati da una folla inferocita di lavoratori locali.

Agli italiani, come rilevava l'Internazionale socialista due anni prima, toccava il compito “umiliante di turbatori di sciopero e di rinvilitori di salario”. A questi, insomma, si rivolgeva il padronato locale per sostituire gli scioperanti francesi (in lotta per miglioramenti salariali, non per divertimento!) o per tenere bassi, con una concorrenza fatta di disperati e affamati, i loro salari.

L'odio e le paure dei lavoratori francesi si scagliarono così contro l'obiettivo sbagliato, contro una massa di disperati diventata massa di manovra dei padroni degli uni come degli altri. Quei padroni che parlavano pubblicamente di difesa del lavoro nazionale e privatamente lavoravano a difesa del proprio profitto … grazie a noi pezzenti italiani.

E quando, mi chiedo, noi lavoratori italiani, minacciati nei diritti come nei redditi, ci lanceremo contro i nostri finti nemici? Quando, così poveri ma tanto fieri della nostra italianità, faremo la gioia dei nostri padroni?

Ps:
Così si si leggeva nella inchiesta parlamentare francese (Rapporto Spuller) sulla condizione operaia del 1884: “L'operaio italiano è caratterizzato dal fatto d'essere più docile, più malleabile; gli si fa fare tutto ciò che si vuole, abbassa la schiena e tende la guancia per ricevere un altro schiaffo. Come uomo, trovo la cosa rivoltante. Questi operai non hanno dignità personale; sopportano tutto, chinano il capo e obbediscono”.


Da leggere:
Morte agli Italiani!”, Enzo Barnabà, edizioni Infinito

d.

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