tag:blogger.com,1999:blog-70766135299030614692024-03-05T05:53:43.449+01:00pagine di lottaUn esperimento: storia, politica e libri per resistere alla barbarie di inizio secolo.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.comBlogger28125tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-32780543908548599122010-06-03T08:52:00.003+02:002010-06-03T08:58:19.433+02:00Questo è il riformismo. L'altro è un inganno<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXALdPi_UkYw8wSKloDPJidQ3q172nhq8P-zggmeDXRORiZYTd4InUjl4Ikqf1Tc08QeLUhdjo4mb9jtKSDcCnSCITsclOgYXmBCrPeigeUHaVuGZnEtY6ar8jGsalqOA4MWAyvqi3VLU/s1600/zzz.gif"><img style="float: right; margin: 0pt 0pt 10px 10px; cursor: pointer; width: 320px; height: 196px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXALdPi_UkYw8wSKloDPJidQ3q172nhq8P-zggmeDXRORiZYTd4InUjl4Ikqf1Tc08QeLUhdjo4mb9jtKSDcCnSCITsclOgYXmBCrPeigeUHaVuGZnEtY6ar8jGsalqOA4MWAyvqi3VLU/s320/zzz.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5478438195309008770" border="0" /></a><br />Quando il riformismo socialista – il graduale avvicinamento al socialismo attraverso conquiste progressive - era una politica seria e conseguente alle sue idealità. Era coscienza ferma e ferrea, non in vendita. Non adusa al facile compromesso e all'accordo bottegaio, ma rispettosa dei suoi doveri verso i lavoratori e le masse dell'Italia e non solo. Quando il pacifismo, del quale il riformismo socialista si alimentava, non era una vuota parola, un inganno verbale per giustificare colpevolmente invasioni e aggressioni.<br /><br />A quel riformismo socialista d'inizio Novecento, fatto di martiri e militanti instancabili, noi non possiamo non dirci collegati, generati e innervati. Certo, anche per denunciarne i limiti così da ereditarne le maggiori conquiste. Coraggioso, realista e libero da un'inutile e deleteria verbosità rivoluzionaria che copre solo la meschinità dell'inazione. I riformisti di oggi lo liquiderebbero subito come “terrorismo” e “violenza” perché loro è il monopolio della parola, loro è il privilegio da difendere.<br /><br />Ecco cosa scrivevano i riformisti Prampolini e Matteotti, un padre e un martire del socialismo italiano, a proposito dell'aggressione italiana alla Libia nel 1911 e di fronte ai tanti “rivoluzionari” infatuati della rivoluzionaria impresa bellica e ai tanti seduttori delle masse italiane nel nome della nuova terra da coltivare e della missione di civiltà:<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Prampolini</span><br /><br />“<span style="font-style: italic;">Non parliamo del proletariato arabo che anela a maggiore giustizia. Per carità. E chi potrebbe mai sostenere che i nostri forcaioli nazionalisti, compresi gli agrari emiliani, abbiano voluto la Tripolitania per amore … del proletariato</span>”.<br /><br />“<span style="font-style: italic;">Avrei desiderato dare questo grande scandalo: di andare a combattere a fianco degli arabi, a difesa della loro indipendenza, per salvaguardare il diritto</span>”<br /><br />“<span style="font-style: italic;">L'impresa libica doveva essere secondo le notizie ufficiali e ufficiose, una semplice passeggiata militare … Ma sono passati più di 11 anni, ed ecco che la guerra – mai veramente cessata – si riaccende. I “ribelli” sono gli arabi. Essi difendono bensì il loro paese e compiono quindi il loro dovere patriottico</span>”.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Matteotti, 1914</span><br /><br />“<span style="font-style: italic;">Se vi è un luogo dove oggi si lotti per la libertà della patria, quest'è in Tripolitania, e non di qua delle prime dune di sabbia</span>”.<br /><br />Io, comunista, ho alle spalle questa storia. Questa storia rivendico. Questa storia continuo: oggi questo blog è riformista.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-63976022489651752382010-05-10T12:57:00.002+02:002010-05-10T13:02:07.282+02:00Il comodo cliché dell'oscurantismo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirdP1s74JrfzUeL-mccK3oOY49F48r5uLxqtTpVh8VbXqK8I9WStYZg_U9D4jw9WhTRX0OSFhJ-FDFajc5h9lQIZ21gRS3nArxNRHV2igpLQLNojkHs_wJ3e7VQpaTz1JkAQ2NTPfnPlA/s1600/zzz.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 228px; height: 237px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirdP1s74JrfzUeL-mccK3oOY49F48r5uLxqtTpVh8VbXqK8I9WStYZg_U9D4jw9WhTRX0OSFhJ-FDFajc5h9lQIZ21gRS3nArxNRHV2igpLQLNojkHs_wJ3e7VQpaTz1JkAQ2NTPfnPlA/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5469594856331350450" border="0" /></a><br />Tanti gli <span style="font-weight: bold;">anatemi </span>che la sinistra post - ex - simil - comunista ormai lancia dalla sua cattedratica minoranza. E tutti, alla fine, contro se stessa e la sua storia. Contro strumenti e categorie di analisi. Contro i popoli in lotta che resistono. Li ricordiamo tutti vero? Contro i resistenti iracheni, contro quelli afghani, tanto per citare i più cattivi che minacciano pure i "nostri ragazzi". <span style="font-weight: bold;">Orgasmi nazional-patriottici</span> che inquinano il movimento operaio fin dalla ricerca della quarta sponda (Libia 1911) e dalle avvisaglie della prima guerra mondiale.<br /><br />E poi cosa ancora? Ah ecco! No alla lotta del popolo palestinese, che pacificamente deve farsi rastrellare nei propri ghetti dopo aver scelto <span style="font-weight: bold;">Hamas</span>, e ancora meno alla resistenza di <span style="font-weight: bold;">Hezbollah</span> nel Libano del Sud mentre Beirut viene bombardata. Ma siamo pazzi? Sostenere due forze dell'oscurantismo islamico - così ci dicono - che vogliono la cancellazione di Isralele! (Favola che ci racconterenno fino a quando l'ultimo palestinese sarà ospite imbalsamato del museo egizio di Torino). Mai! Almeno fino a quando quei due popoli non saranno guidati da illuminati e occidentali movimenti di sinistra, magari pure favorevoli alle unioni di fatto.<br /><br />Vabbè, si fotta l'antimperialismo, quella vecchia categoria di analisi che ha fin troppo disturbato, facendosi pure prassi, le nostre tante missioni di civiltà! Io ci resto, ahimè, legato e concludo l'invettiva con un buon ripasso. Con le parole di un comunista neppure troppo estremo come <span style="font-weight: bold;">Giorgio Amendola</span>:<br /><br />"<span style="font-style: italic;">Il fatto che la lotta degli arabi fosse diretta dal Grande Mufti di Gerusalemme, che rappresentava l'ala più reazionaria e fanatica del vecchio islamismo, non poteva trarci in inganno sul carattere nazionale ed antimperialista del movimento arabo</span>".<br /><br />(da "Una scelta di vita")Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-1180122927783519162010-05-04T12:57:00.001+02:002010-05-04T13:00:40.932+02:00XXI secolo: Gesù o Barabba?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTi3X8Iavv9zSmvb-hPjstCGZrKNx2y0FVBpo_xm3WNiU4102HRZGo99lJR2WQlx8Bgr-AOxDhGgoJ_kym-v7uRImvnFSwOkvx7C9I_pPfJxM7BtMRcbCMMNPl24AkUWbjUqwHW_QMPuk/s1600/zzz.jpg"><img style="float: right; margin: 0pt 0pt 10px 10px; cursor: pointer; width: 267px; height: 196px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTi3X8Iavv9zSmvb-hPjstCGZrKNx2y0FVBpo_xm3WNiU4102HRZGo99lJR2WQlx8Bgr-AOxDhGgoJ_kym-v7uRImvnFSwOkvx7C9I_pPfJxM7BtMRcbCMMNPl24AkUWbjUqwHW_QMPuk/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5467368042343318674" border="0" /></a><br />"<span style="font-style: italic;">Credi tu, mastro Eutimio, che la scelta dei collesi sarebbe a favore di Gesù e contro Barabba, anche se Barabba si presentasse qui a cavallo, in grande uniforme, col petto ricoperto di decorazioni, alla testa di una legione di uomini armati, acclamato da una turba di servi in livrea, di scribi di corifei d'oratori di sacerdoti, e se Gesù invece vi fosse mostrato tra due sbirri, come un povero cristo qualsiasi, come un profugo un fuorilegge un senza-patria, un senza-carte qualsiasi? E' una semplice domanda, una domanda che rivolgo anche a me stesso, ma ora sarei curioso di udire la tua risposta</span>".<br /><br /><span style="font-size:85%;">[Tratto da "Il seme sotto la neve" di Ignazio Silone]</span>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-76677121932862164902010-04-01T15:30:00.003+02:002010-04-01T15:34:12.465+02:00A volte ritornano ... e non che mi dispiaccia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1V4r5AjMrArPHv-yHxy9bwSlI-3rmYcgUJu5gIImXkuD8isZ0IRZlaDQGlyKLEKypiN8IvQxJ1uBuTrMduBdnUSBqzoCXZc_I-qQHVFxrEYZWq-SfXH54_Ix5E9TomwwzYkN4j8xHLsI/s1600/zzz.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 300px; height: 221px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1V4r5AjMrArPHv-yHxy9bwSlI-3rmYcgUJu5gIImXkuD8isZ0IRZlaDQGlyKLEKypiN8IvQxJ1uBuTrMduBdnUSBqzoCXZc_I-qQHVFxrEYZWq-SfXH54_Ix5E9TomwwzYkN4j8xHLsI/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5455161827742632210" border="0" /></a><br /><br />La lotta sui simboli e sulla storia, giusto per ripristinare un poco di verità, è in tutti i sensi una lotta politica.<br /><br /><span style="font-style: italic;">"I nazisti ucrai</span><span style="font-style: italic;">ni saranno colpiti"</span> <span style="font-style: italic;"> </span> <span style="font-style: italic;">Il dirigente del Partito Comunista Ucraino, il compagno Alexander Zubtcheviski, infor</span><span style="font-style: italic;">ma che in un luogo ancora segreto della città sud-orientale ucraina di Zaporozhye che conserva la bella statua gigante di Lenin che si vede nella foto, in aprile verrà inaugurata una statua di granito rosso dell'altezza di ben tre metri raffigurante Stalin, per onorare il suo ruolo da protagonista come capo dell' Armata Rossa e del Partito Bolscevico che schiacciò la peste hitleriana e i suoi lacchè nazionalisti ucraini, lituani, lettoni e altra simile gentaglia europea. I compagni vigileranno in modo permanente la statua per prevenire qualsiasi attacco dei nazi-nazionalisti ucraini che hanno accolto la notizia come una "provocazione". Oltre alla loro cacciata dal governo decretata dal popolo ucraino, i compagni onorano il loro peggior nemico: l'immortale Stalin.</span><br /><br />da www.resistenze.org<br />a cura del Centro di Cultura e Documentazione PopolarePagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-12537887079552498602010-03-19T10:34:00.002+01:002010-03-19T10:39:46.221+01:00Comunisti, colonialismo e resistenza: la lezione di Togliatti<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL8xbu8RFUSxfKHji6ku-gKYYpyy1pON6eHIxcEM6LiooTuDDThjqor2z3kk4bfH48cD8QCMz0LV7_IaaFbJOI9-x_TT2fKGeBC2nl5B_DYQuzatfH798t609cagLWJRbzDBDY_PfrDCE/s1600-h/zzz.jpg"><img style="float: right; margin: 0pt 0pt 10px 10px; cursor: pointer; width: 260px; height: 316px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL8xbu8RFUSxfKHji6ku-gKYYpyy1pON6eHIxcEM6LiooTuDDThjqor2z3kk4bfH48cD8QCMz0LV7_IaaFbJOI9-x_TT2fKGeBC2nl5B_DYQuzatfH798t609cagLWJRbzDBDY_PfrDCE/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5450276403274206034" border="0" /></a><br /><p>Nell’Italia resiste da mezzo secolo un mito: quello del <span style="font-weight: bold;">colonialismo dal volto umano</span>, del soldato italiano impegnato a portare la civiltà (strade, ospedali, scuole …) in Africa (Libia, Somalia, Eritrea e Abissinia). Un’intera pagina della nostra storia tenuta nascosta, coperta dalla polvere degli archivi, quando non negata, e sacrificata all’immagine di un colonialismo preteso come diverso. Oppure espulsa dalla storia patria come una parentesi legata al regime fascista, anch’esso, per alcuni, un incidente di percorso. Parentesi all’interno di parentesi che altro non fanno che nascondere la verità e rinviare la resa dei conti, la riflessione con le nostre “pagine nere”.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Le pagine tipiche di ogni colonialismo non solo quello fascista</span>, ma dell'intero Occidente: repressione, despecificazione, genocidio e segregazione razziale. Nazismo e fascismo non sono che i <span style="font-weight: bold;">figli legittimi</span> di questa tradizione.<br /><br /><br />Un mito che ha ripreso vigore più che mai in questi anni di guerra contro il "terrorismo". Ancora i nostri soldati, armati di tutto punto, ad esportare civiltà e democrazia. Noi siamo diversi, noi non facciamo la guerra, noi non occupiamo, aiutiamo. Ancora scuole, ospedali, strade…<br /><br />Più volte Angelo del Boca, lo studioso del colonialismo italiano, ha chiesto di fare i conti con questa parte della nostra storia, di portare alla luce del sole le atrocità commesse e restituire l<span style="font-weight: bold;">a dignità ai popoli oppressi e alla loro resistenza all’aggressione</span>. Una resistenza, ovviamente armata, che è nata come risposta non solo ad una invasione ma, soprattutto, ad un progetto di sterminio attuato con rastrellamenti, fucilazioni, bombardamenti indiscriminati e campi di concentramento. Una resistenza tenace e popolare fatta di uomini, donne e bambini pronti a sostenere moralmente e logisticamente i combattenti.<br /><br />Per stroncare la ribellione e spezzare il forte legame tra ribelli e popolazioni, le autorità italiane ricorsero fin dall’inizio a fucilazioni di massa e incendi di villaggi, e sfruttarono una superiorità tecnologica che rendeva impari ogni confronto. Durante l’aggressione alla Libia del 1911 (<span style="font-weight: bold;">il fascismo ancora non c'era</span>) debuttarono, per la prima volta nella storia, i bombardamenti aerei e si sperimentarono quelli chimici poi utilizzati su vasta scala nel 1935-36 per piegare la resistenza abissina: ben 1597 le bombe a gas sganciate. Bombardamenti indiscriminati su villaggi, raccolti e bestiame. Tutta la popolazione indigena era sospettata di essere ribelle e complice dei banditi. Chiarissimi, a questo proposito, gli ordini di Mussolini a Graziani impegnato nella repressione in Libia: “autorizzo ancora una volta V.E. a iniziare e condurre sistematicamente la politica del terrore e dello sterminio contro i ribelli e le popolazioni complici”. E a Badoglio pochi giorni prima dell’ingresso delle truppe italiane in Addis Abeba (maggio 1936): “Occupata Addis Abeba V.E darà ordine perché: 1) siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città o dintorni siano sorpresi con le armi alla mano, 2) siano fucilati sommariamente tutti i giovani etiopi, barbari, crudeli, pretenziosi, autori mortali dei saccheggi, 3) siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi, incendi 4) siano sommariamente fucilati quanti, trascorse 24 ore, non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni”. Lo testimoniano ancora meglio i quindici campi di concentramento sparsi tra Libia, Eritrea e Abissinia in cui anche semplici sospetti morivano per fame, epidemie di tifo, dissenteria, violenza dei guardiani ed esecuzioni giornaliere a cui i prigionieri erano costretti ad assistere. Un esempio per tutti: quando in Libia nel 1930 Graziani trasferì forzatamente centomila persona dalla Marmarica nei campi di concentramento nella Sirtica, ben 40 mila morirono durante la marcia e in tre anni di prigionia.<br /><br />Sullo sfondo di questa guerra di sterminio <span style="font-weight: bold;">agiva l’ideologia della missione di civiltà</span>, mascheratura e giustificazione del colonialismo europeo ed occidentale. Ad affrontare le truppe italiane non c’erano uomini, ma barbari appartenenti a razze inferiori, inabili e avviate al regresso. Contro non-uomini come i resistenti libici o abissini tutto diventava lecito. <span style="font-weight: bold;">D’Annunzio</span> parlava degli arabi come “non uomini ma cani”, <span style="font-weight: bold;">Giolitti</span> si augurava che vi potessero essere solo guerre coloniali perché significavano “la civilizzazione di popolazioni che in altro modo continuerebbero nella barbarie” e, infine, Badoglio, governatore della Libia, sottolineava nel 1929 che “noi siamo qui la nazione dominante che ha cacciato via l’inetto dominatore e vi si è sostituita per esercitare un’alta missione di civiltà” da portare a compimento “a qualsiasi costo”. Questo è stato, in sintesi sommaria, il colonialismo italiano dal volto umano cui si ribellarono, nel silenzio della propaganda, interi popoli.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">A fianco di quello abissino si schierò</span>, invece, nel 1935, alla vigilia dell’attacco italiano (italiano, non semplicemente fascista), <span style="font-weight: bold;">il Partito comunista d’Italia</span>. Così si espresse Togliatti nel VII congresso dell’Internazionale comunista:<br /></p><br /><div style="text-align: center;">“<span style="font-style: italic; color: rgb(0, 0, 0);">Il Pcd’I ha completamente ragione di prendere un atteggiamento disfattista verso la guerra imperialista del fascismo italiano, lanciando la parola d’ordine Giù le mani dall’Abissinia e io vi assicuro che se il Negus d’Abissinia spezzando i piani di conquista del fascismo, aiuterà il proletariato italiano ad assestare un colpo tra capo e collo al regime delle camicie nere, nessuno gli rimprovererà di essere arretrato. <span style="font-weight: bold;">Il popolo abissino è alleato del popolo italiano contro il fascismo e noi gli esprimiamo la nostra simpatia</span></span>”.<br /></div><br /><p><br />Una <span style="font-weight: bold;">posizione libera da ogni cedimento all’ideologia colonialista</span> e in grado di comprendere il valore universale e la portata strategica della lotta anti-colonialista di fronte ad un fascismo ormai prossimo all’alleanza con il nazismo.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Una tradizione di lotta antimperialista e anticoloniale </span>che oggi, nel campo della sinistra italiana, ha lasciato il posto ad un confuso ed inconcludente pacifismo assoluto. Di fronte alle occupazioni di Afghanistan e Iraq e allo sterminio del popolo palestinese, si nega, non solo solidarietà, ma anche la legittimità alla resistenza armata. Scompare la distinzione fra aggressore e aggredito, <span style="font-weight: bold;">non piacciono i metodi di lotta troppo poco “occidentali”</span>, passando sopra la vocazione sterminista della tecnologia bellica utilizzata dall’occupante, e si biasima la presunta mancanza di una progettualità politica. Si rimprovera, insomma, agli iracheni di non essere come i partigiani italiani, di non avere i loro CLN.<br /><br />L’opposto, insomma, di quanto enunciato da Togliatti nel lontano 1935. <span style="font-weight: bold;">Voler imporre un proprio modello di resistenza universalmente valido è un cedimento alla ideologia colonialista, a quella della pretesa superiorità occidentale</span>. Significa, inoltre, non comprendere come una lotta di liberazione nazionale contro l’occupante possa bloccare un progetto di dominio mondiale come quello concepito e messo in pratica dall’amministrazione americana con i bombardamenti indiscriminati, i campi di concentramento e le torture. Le legittimità della lotta dei libici e degli etiopi è la stessa di quella degli iracheni o dei palestinesi. Per questo è necessario riconoscere il ritorno, in salsa contemporanea, delle forme neocoloniali, militari e ideologiche, di asservimento.<br /><br /><span style="text-decoration: underline;">Un suggerimento bibliografico</span><br /><br />Un viaggio nella tradizione colonialista e sterminatrice dell'Occidente.<br /><br /><a href="http://www.ibs.it/code/9788850203178/lindqvist-sven/sterminate-quelle-bestie.html" target="_blank">Sterminate quelle bestie</a>, Sven Lindqvist, TEA, 2003<br /></p>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-39794227206543709662010-03-10T18:28:00.003+01:002010-03-10T18:31:40.459+01:00Fermare l’aggressione all’Iran: un nuovo appello!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiLHd5wos3Tm34UuvYCLZoZBbM0AI7q8-0amzocns11Z85for1Ewt0y0DxRB2dkja84skOwJxkEBOmvL7-uujNKue-RIiu1hC_Oo0QdBR5JKOFZ0Voah4eDFB7CIRvcB5ekAY4cx6ViBo/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 250px; height: 151px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiLHd5wos3Tm34UuvYCLZoZBbM0AI7q8-0amzocns11Z85for1Ewt0y0DxRB2dkja84skOwJxkEBOmvL7-uujNKue-RIiu1hC_Oo0QdBR5JKOFZ0Voah4eDFB7CIRvcB5ekAY4cx6ViBo/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447059019021261714" border="0" /></a><br />Sin da quando G.W. Bush definì l’Iran uno “Stato canaglia” è in corso contro questo paese dalla storia plurimillenaria e il suo governo una brutale campagna di demonizzazione; una campagna fondata sulla menzogna che con tutta evidenza serve a spianare la strada all’aggressione militare.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Tutti ricordiamo come fu preparata la guerra all’Iraq</span>. Mentre le sanzioni e l’embargo provocavano mezzo milione di morti (anzitutto bambini, a causa dell’assenza di medicinali, latte e beni di prima necessità), l’Iraq era accusato di accumulare “armi di distruzione di massa”. Come dimenticare la grande messa in scena con cui Colin Powell, per giustificare quella che sarà la più grande carneficina dopo il Vietnam, giunse a ingannare l’assemblea dell’ONU mostrando la famigerata “pistola fumante”?<br /><br />Gli Stati Uniti, che difendono la loro supremazia mondiale con migliaia e migliaia di testate nucleari e la più imponente macchina bellica di tutti i tempi, giustificano le terribili sanzioni da imporre all’Iran e l’eventuale attacco militare con l’argomento secondo cui la Repubblica islamica cercherebbe di dotarsi della bomba atomica per poter attaccare Israele. L’accusa è sdegnosamente respinta da Tehran, e comunque ancora una volta la Casa Bianca usa due pesi e due misure. E’ infatti noto che Israele possiede centinaia di testate nucleari, buona parte delle quali puntate sull’Iran e ognuna delle quali potrebbe radere al suolo Tehran.<br /><br />I nemici dichiarati dell’Iran (anzitutto Israele e Stati Uniti, a cui si accoda l’Unione Europea), nel tentativo di ingannare l’opinione pubblica e compattare il loro fronte interno,<span style="font-weight: bold;"> indossano la solita maschera, quella di paladini della libertà, della democrazia e della non-violenza</span>. In particolare, essi contestano al governo di Tehran la dura repressione delle proteste. I sottoscritti non amano né le dittature, né la sospensione dei diritti di libertà, ovunque questo avvenga, ma prima di dare lezioni di democrazia i nemici dell’Iran dovrebbero porre fine allo Stato d’assedio e alla minaccia militare a cui sottopongono questo paese, visto che la guerra, come la storia insegna, è il più grave ostacolo alla libertà. In ogni caso, non possono ergersi a campioni dei diritti dell’uomo quegli stessi paesi, le cui truppe compiono massacri in Afghanistan o in Palestina, che sostengono colpi di stato per rovesciare governi ostili (Honduras), che non esitano a ricorrere agli attentati terroristici o all’«eliminazione mirata» di esponenti politici o scienziati considerati pericolosi.<br /><br />Mentre si aggravano i pericoli di guerra esprimiamo il nostro sdegno per le affermazioni rilasciate da Berlusconi nel corso del suo viaggio in Israele. Non solo egli ha giustificato i massacri indiscriminati contro i palestinesi di Gaza, non solo ha difeso l’idea razzista e segregazionista di Israele quale stato puramente ebraico (con la sostanziale esclusione della popolazione araba dal godimento dei diritti politici). Calpestando i sentimenti di pace del popolo italiano e danneggiando gli stessi interessi nazionali, Berlusconi ha assicurato agli israeliani che l’Italia interromperà le relazioni economiche con l’Iran e sosterrà in ogni sede la richiesta di durissime sanzioni. In altre parole Berlusconi ha dato man forte ai falchi israeliani, i quali sono pronti, una volta ottenuto il semaforo verde da Obama, a rovesciare sull’Iran un devastante bombardamento, senza escludere il ricorso all’arma atomica.<br /><br />Occorre fermare l’escalation anti-iraniana e smantellare l’arsenale atomico israeliano per denuclearizzare il Medio oriente. L’assedio israeliano di Gaza deve finire ed il popolo palestinese deve vedere finalmente riconosciuti i suoi diritti.<br /><br /><a href="http://www.campoantimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=909:appello-fermare-laggressione-alliran&catid=16:iran-cat&Itemid=29"><span style="font-weight: bold;">Firma l'appello >></span></a>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-15242115588660415952010-03-08T09:06:00.003+01:002010-03-08T09:39:12.588+01:00La violenza è sempre degli altri ovvero i nuovi manchesteriani della Società della pace<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaqLBgFZUB_ZO2W_TuVQRPkGzuevAQTLo-oEy_LdZaP66umlsfQHSYIsq6k8ZzSDfFMK2b3eNem2hveR-22VLlyZE4JNvbCRYIkLhcvGCAgsAe9wQTO7kMvJ-867noub9KgTFbTQ9vKoo/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 300px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaqLBgFZUB_ZO2W_TuVQRPkGzuevAQTLo-oEy_LdZaP66umlsfQHSYIsq6k8ZzSDfFMK2b3eNem2hveR-22VLlyZE4JNvbCRYIkLhcvGCAgsAe9wQTO7kMvJ-867noub9KgTFbTQ9vKoo/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5446172633260232242" border="0" /></a><br /><br />La bolla nella quale viviamo è quella della <span style="font-weight: bold;">retorica democratica</span>. Una bolla gonfiata, peraltro, dall'ossessione securitaria. Ce lo dicono, ce lo ricordano e ce lo ripetono: noi viviamo in paesi civili con tanto di democrazia. Darsi dei dubbi, avanzare critiche è, puntualmente, un'operazione di qualche accademico stalinianamente frustrato – se va bene – oppure il canto del cigno di qualche impenitente – e minoritario – avanzo del socialismo reale sopravvissuto nonostante le soglie di sbarramento (queste arrivate senza decreti ma con gentile mercanteggiamento bipartisan). Io risulto, stancamente, tra quest'ultimi.<br /><br />Come è ben raccontata questa democrazia, pure di sostanza (le forme posson saltare). Come si è poi creata, attraverso i suoi tromboni denunciatori delle grandi ideologie, <span style="font-weight: bold;">la sua grande narrazione ideologica dell'esportazione di essa stessa ovunque</span>! Ha certo elaborato una sua “neolingua” come denunciamo da anni: fa la guerra senza farla, bombarda senza ammazzare, invade con i fiori sui fucili e a sparare e ad ammazzare sono sempre gli altri. Israele rade al suolo Gaza, ma a far notizia sono i muri di qualche casa israeliana rovinati da quei razzetti Qassam, lanciati dai resistenti palestinesi, diventati subito “missili” così da giustificare via etere un massiccio bombardamento. Un israeliano morto fa più notizia di cento palestinesi inviati ad Allah.<br /><br />Questo 1 a 100 rappresenta con tutta probabilità il valore che diamo alla vita altrui. Nazisti, verrebbe da dire. Ma no! Non facciamo altro che ripetere<span style="font-weight: bold;"> le vecchie logiche, coloniali e imperialiste</span>, della guerra democratica e della disumanizzazione degli altri. Non siamo violenti, solo perché la violenza, quella che puzza di sterminio, l'abbiamo portata lontano dai nostri confini. Per questo mi viene voglia di citare il caro Marx che avrà sbagliato tanto e che bisognerà superare, ma che sul colonialismo e la sua violenza resta ancora, anche se non tutto è condivisibile, di una lacerante attualità:<br /><br />“<span style="font-style: italic;">La profonda ipocrisia, l'intrinseca barbarie della civiltà borghese ci stanno dinnanzi senza veli, non appena dalle grandi metropoli, dove essere prendono forme rispettabili, volgiamo gli occhi alle colonie, dove vanno in giro ignude</span>”. (K. Marx, New York Daily Tribune, 8 agosto 1853)<br /><br />E ancora:<br /><br />“<span style="font-style: italic;">Naturalmente, per la sensibilità europea le orribili mutilazioni inflitte dai sepoys [soldati indiani ribellatisi alla autorità britannica in India], il taglio dei nasi, seni ecc..., sono più rivoltanti che il lancio di palle infuocate sulle catapecchie di Canton ad opera di un segretario della manchesteriana Società della pace o il rogo di arabi stipati in caverne per ordine di un maresciallo francese, o il gatto a sette code che scortica vivi i soldati britannici per sentenza di corti marziali giudicanti per direttissima, o qualunque altro filantropico arnese usato nei penitenziari britannici</span>”. (K. Marx, New York Daily Tribune, 16 settembre 1857)<br /><br />Io leggo e mi vengono in mente le bombe a grappolo, l'uranio impoverito, il fosforo bianco e la mattanza di Genova. Noi siamo, da sempre, venuti in pace.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-82622711961522204712010-02-26T13:01:00.011+01:002010-02-26T17:28:42.468+01:00Prove d'America Latina<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOpHekk5pEA-uR7piPpBYpv3S2suu8VU9Q5HhJk5ezJUg23sxKPvlQGcO7yGop6zkctgo3Qcdzul8msa3l6EA6g3BjnUVlex5DEHH6r5pxtvlK0g3d2pAsTWqoYTBd6PD4aLiCkOK2Hd4/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 251px; height: 251px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOpHekk5pEA-uR7piPpBYpv3S2suu8VU9Q5HhJk5ezJUg23sxKPvlQGcO7yGop6zkctgo3Qcdzul8msa3l6EA6g3BjnUVlex5DEHH6r5pxtvlK0g3d2pAsTWqoYTBd6PD4aLiCkOK2Hd4/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5442522491884310642" border="0" /></a><br />E se l'America Latina divenisse il cortile di casa dei latino-americani? Ovvio che la mia frase non debba essere intesa in senso geografico: sarei da ricovero. No, parlo di una vera e propria "<span style="font-weight: bold;">rivoluzione copernicana</span>" nei rapporti internazionali.<br /><br />Segnerebbe la fine di quella odiosa dottrina partorita da Washington sotto il nome di "<span style="font-weight: bold;">Dottrina Monroe</span>" (1823) la quale, sotto le spoglie di ombrello protettivo del continente americano intero dalle potenze coloniali europee, aveva ridotto la parte caraibica e meridionale ad un protettorato. Tanto che io risulto troppo giovane per ricordarmi di tutti i colpi e colpetti di stato che zio Sam ha ordinato/ordito per svuotarle di ricchezze e tenerne buoni gli abitanti sodomiti (i conquistadores così li vedevano!) e comunisti ( al Pentagono così li vedono!). Poi con il passare dei decenni, fino al Bush piccolo la <span style="font-weight: bold;">dottrina Monroe si è estesa a tutto il mondo</span> (con Carter la dottrina toccò il Golfo Persico): un'aia a stelle e strisce così grande che i marines devono spazzarla di continuo (e zittire gli starnazzamenti degli alleati).<br /><br />Le scope della libertà! Delle quali i cugini del sud sono sempre più insofferenti, come dimostrano i successi dei vari Chavez, Correa, Lugo, Morales e via dicendo. Quest'ultimo poi, si è liberato pure di una loro base. <span style="font-weight: bold;">E la voce grossa la fa pure il Brasile di Lula</span>, questa potenza regionale tanto insolente da difendere il diritto al nucleare dell'Iran governato dall'Hitler di turno. Se pure i moderati disubbidiscono, che mondo mai sarebbe?<br /><br />In questi giorni da <span style="font-weight: bold;">Cancun</span>, in Messico, nel vertice dei presidenti latino-americani conclusosi martedì, si è fatta avanti proprio l'idea di una "<span style="font-weight: bold;">America Latina ai latino-americani</span>". Ci sono i soliti servi (gli stracci delle scope della libertà) contrari, ma l'annuncio è una bella speranza. Si vedrà! Io continuo solo a vedere i pericoli ...<br /><br /><span style="font-weight: bold;">PER APPROFONDIRE</span>:<br /><br />- <a href="http://utenti.multimania.it/confedcomunisti/Strategia%20USA,%20la%20dottrina%20Monroe%20planetaria.htm">Una "dottrina Monroe mondiale"</a><br />(Articolo mio e del compagno Andrea comparso su "La contraddizione"<br /><br />- <a href="http://www.eurasia-rivista.org/3181/cosa-si-prepara-per-il-venezuela">Cosa si prepara contro il Venezuela</a>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-344944629199377772010-02-17T12:59:00.008+01:002010-02-17T13:46:59.784+01:00E lo si chiamò "quel patto scellerato"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhih5YgMbMAgC0QE5jQwXTG_A15lExVTclqgXvb2Mm6lkDfRYAK41As0Wa9pnWfH52GryDrDijYwzQH4-4zKpxxDHVk3gsnNG1Zs3wR6pArBKfcWZ6ccjKyoFvucLx_nrdEgs1hRN0Na4g/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 231px; height: 206px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhih5YgMbMAgC0QE5jQwXTG_A15lExVTclqgXvb2Mm6lkDfRYAK41As0Wa9pnWfH52GryDrDijYwzQH4-4zKpxxDHVk3gsnNG1Zs3wR6pArBKfcWZ6ccjKyoFvucLx_nrdEgs1hRN0Na4g/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5439182147794688690" border="0" /></a><br />Nel nostro bel presente dalle magnifiche sorti progressive, analisi storica e attualità politica vanno a braccetto. La prima, un poco più piccina, tende la mano alla seconda che gentilmente l'accompagna e guida nell'impervio cammino della condanna di tutto ciò che puzza di rosso, di comunista e di movimento operaio. Che impresa titanica! Che rischi che corrono i tromboni del Capitale! <span style="font-weight: bold;">Ridotta al lumicino la presenza comunista crea ancora tutti questi timori?</span> Facciamo paura, già! Lo faremo sempre finchè si vivrà nelle palesi contraddizioni (tranquilli, ci dicono, tutta roba che si aggiusta) del presente sviluppo.<br /><br />Vabbè, inutile proseguire, già lo sappiamo; come ha scritto Domenico Losurdo, la storia del comunismo è oggetto ormai dello <span style="font-weight: bold;">studio delle mostruosità</span> (teratologia). E ci sono cascati in tanti, pure la sinistra, moderata e radicale: condanniamoci che è "à la page", buttiamo via tutta l'acqua sporca del Novecento con tutti i bambini (quelli che non abbiamo mangiato o ridotto a concime dopo bollitura).<br /><br />In questa cornice, di minoranze e continue rese, si aprono ogni tanto squarci di sereno (ovviamente non elettorali), di buone letture e analisi approfondite. Mi riferisco, nello specifico, al libro "<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">1939. L'alleanza che non si fece e l’origine della Seconda Guerra Mondiale</span>" del canadese Michael Jabara Carley.<br /><br />Voi lo sapete, nella bolgia infernale dei crimini sovietici e comunisti troviamo il patto di non aggressione tedesco-sovietico del 1939 (il Patto Ribbentrop - Molotov). Nella vulgata attuale è stato promosso ad alleanza - patto suona troppo neutrale - così da meglio infangare l'Urss staliniana e permettere di <span style="font-weight: bold;">catalogare nazismo e comunismo sotto la generica categoria di "totalitarismi"</span>, tutti uniti nell'opera del Male. Insomma, basta con le sottigliezze da storici! Da una parte c'è il bene (mai rosso) e dall'altra il male (il rosso c'è sempre): così si capisce tutto, e ragionare non serve più di tanto (non c'è neppure data di scadenza).<br /><br />Lo storico Carley invece, si mostra testardo, e non è neppure uno stalinista. Questo è davvero pericoloso, come fare a condannarlo? Non lo si può fare certo agevolmente perchè le fonti della sua sottile e perspicace analisi sono tante e spaziano in tutti gli archivi (tedeschi, britannici, francesi, sovietici ...). Dalle sue pagine esce un'Unione Sovietica attaccata con testardaggine, fino alla fine, al progetto di una "<span style="font-weight: bold;">sicurezza collettiva</span>" che coinvolga Francia e Gran Bretagna per garantire ogni pezzo del continente contro l'aggressvità nazista. Una politica realista, senza tentennamenti ideologici. A fare <span style="font-weight: bold;">p</span><span style="font-weight: bold;">olitica estera "ideologica"</span> sono invece britannici e francesi (con qualche lodevole eccezione), animati da un forte anticomunismo e dai timori che una guerra possa solo facilitare l'espansione ad ovest dei bolscevichi.<br /><br />Preferiscono l'accordo con Hitler, vorrebbero spingere la sua fame verso est, tanto da sacrificare, nel settembre del '38 a Monaco, la Cecoslovacchia. Senza garanzie reali, oggetto di continui sospetti e stanca dei reiterati tentennamenti l'Urss non aveva altra scelta per tenere lontana la guerra dalle proprie frontiere che un accordo con la Germania nazista. Lo comprese anche quel testardo realista di Churchill. Tradimento? Colpo alle spalle? Se questo è il verdetto, <span style="font-weight: bold;">che dire allora del patto di Monaco?</span><br /><br />Il libro ci presenta, quindi,<span style="font-weight: bold;"> l'immagine di un'Urss diversa da quella stereotipata</span> di un Paese che sul piano della politica internazionale si fa guidare dalle lenti ideologiche e che, per questo, si pone con eguale distanza dalle potenze imperialiste, in attesa che si dissanguino reciprocamente. Così non fu. Anzi, proprio ai sovietici, fin dall'inizio consapevoli del grave pericolo, va il merito di avere cercato una alleanza democratica anti-nazista<br /><br /><a style="font-weight: bold;" href="http://www.contropiano.org/Pubblicazioni/2009/SecondaGuerraMondiale.htm">Insomma, consigliato vivamente.</a>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-25038042926777568912010-02-11T13:05:00.005+01:002010-02-12T16:58:11.076+01:00Iran: c'è da finire il lavoro<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEietHB3cw5MmKCWJ5J0wOKKhxZ3439BAQncIHkCLvl9CaW6MGOfFnsoH0FNR1skmcla_E604W45Nx_M1c09FjC-NaW82yxphe4tEVUQSxzAWnvGSXxM-NadutkHMGq9u_7JSqKuT_b5zFc/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 219px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEietHB3cw5MmKCWJ5J0wOKKhxZ3439BAQncIHkCLvl9CaW6MGOfFnsoH0FNR1skmcla_E604W45Nx_M1c09FjC-NaW82yxphe4tEVUQSxzAWnvGSXxM-NadutkHMGq9u_7JSqKuT_b5zFc/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5436957103304825058" border="0" /></a><br />L'operazione è partita: forse entro quest'anno oppure all'inizio del prossimo, ma <span style="font-weight: bold;">l'Iran verrà attaccato</span>. Mi vesto da Cassandra? Non credo, troppi fatti sostengono la previsione. Come in occasione della Jugoslavia prima e dell'Iraq poi, è partita una pervicace operazione di denuncia del nuovo "Hitler" ora reincarnatosi - ma non si stancherà il suo spirito? - nelle sembianze di Ahmadinejad.<br /><br />E' lui che, nonostante elezioni che ne corroborarono la legittimità e la larga popolarità, opprime e schiavizza il suo popolo; è lui che usa la forza per reprimere i manifestanti della libertà, quei verde-colorati dei quartieri ricchi che anelano al bel vestito e al diritto al godereccio lusso. Prima o poi finiranno i bei colori per le rivoluzioni tutte dipinte Cia. Ma sono tanti, troppi.<br /><br /><br />I <span style="font-weight: bold;">nostri tromboni della libertà</span> - i tanti intellettualoni dei circoli televisivi - starnazzavano di brogli nelle presidenziali iraniane e glorificavano i nuovi giovani eroi che mettevano a ferro e fuoco la capitale iraniana, mentre quando, poco dopo, i brogli in Afghanistan davvero si produssero, il silenzio riprese lo scettro: come brilla, tanto da accecare, la nostra Camelot assediata! Non parliamo poi del colpo di stato in Honduras! Quello no, l'ha fatto un simpatico bergamasco di nome Micheletti. Lì i voti nemmeno sono arrivati: anzi numerosi resistenti, semmai, sperano di poter votare come zombie almeno.<br /><br />Famelico dittatore e basta? No, assolutamente. Ahmadinejad è pronto a sviluppare il nucleare per il suo paese! Che orrendo crimine in un mondo che, tutt'ad un tratto, sembra denuclearizzato (ve lo ricordate questo aggettivo ben stampato sulle insegne stradali comunali, prima della comparsa dei dialetti?). No, lui l'atomica non può averla! In quell'area spetta solo - per diritto biblico - ad Israele perchè ha governi democratici che con il consenso predicano e razzolano <span style="font-weight: bold;">apartheid </span>e sterminano con quotidiana lucidità un popolo: essere dalla parte giusta consente anche il genocidio, l'ho capito! Ma non mi stanco di sottolinearlo. Tanti possono avere il nucleare e anche le bombette - son democratici lor signori! - per disseminarle ovunque, ma l'Iran non deve neppure pensarci: il suo diritto, internazionalmente riconosciuto, è solo quello di restare vulnerabile, non troppo sviluppato e di non permettersi neppure di bilanciare un poco l'equilibrio di potere in Medio Oriente.<br /><br />Arriverà la guerra, <span style="font-weight: bold;">Obama resterà comunque buono</span>. A sinistra tanti aspetteranno la liberazione di Teheran, mentre una sparuta minoranza spererà addirittura nella prossima rivoluzione bolscevica persiana sull'onda degli eserciti Nato ... E' già successo.<br /><br />Io buono non sono: saprò dove stare. <span style="font-weight: bold;">Con l'aggredito</span>. Pure questo, è già successo. Tengo stretto il mio diritto di perdere, in un mondo che vuole solo vincere, che preferisce l'elmetto alla testa.<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-75946959157121938542010-01-18T14:37:00.005+01:002010-01-18T14:54:10.829+01:00thérèse raquin, prove di pellicola<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_BHhNtBfoth9JXBNIhZBnSGdMRR2SNxI0249bzPGN449Y0XF1RmLFfuMqCyivMRwbNGkTcvMczgN28KxFdnlhHfNpw1WsUUcG-kU2riX762kfrAb3THjcgadLF_yMH2bdTZKo0IQvNX0/s1600-h/teresa.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5428073768487533730" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 214px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_BHhNtBfoth9JXBNIhZBnSGdMRR2SNxI0249bzPGN449Y0XF1RmLFfuMqCyivMRwbNGkTcvMczgN28KxFdnlhHfNpw1WsUUcG-kU2riX762kfrAb3THjcgadLF_yMH2bdTZKo0IQvNX0/s320/teresa.jpg" border="0" /></a><br /><div>Se mi servisse una storia per un nuovo film mi dedicherei alla trasposizione cinematografica di Thérèse Raquin, il romanzo di Emile Zola. La trama, le atmosfere e i colpi di scena destano infatti il desiderio di abbinarvi immagini, dare un volto ai soggetti, misurare le capacità espressive degli attori.<br />La Parigi ottocentesca, una merceria, due amanti, un omicidio malcelato, l’incubo dilaniante del rimorso. Destini e sortilegi: un po’ Raskolnikov di Delitto e Castigo e un po’ Dorian Gray, ma con una firma, quella di Zola, che non va dimenticata né sottovalutata.<br />Penserei ad un thriller, un noir e un horror al tempo stesso. Penserei a scene cariche di tensione e drammaticità, dove l’ambiguità covata dalla mente si scontra con le false speranze del cuore.<br />Zola è bravissimo a scandagliare l’animo dei suoi personaggi, rivelarne gli istinti ciechi e le dinamiche interiori, cariche di cinismo e spietatezza. Il linguaggio della scrittura in questo senso si dimostra senza dubbio meglio “attrezzato”. Le risorse delle parole, specie se sgorgano da una penna di prestigio, sono infatti infinitamente più numerose. Ma la forza di una scenografia, una scenografia targata 2010, quanto si insinuerebbe nell’immaginario di uno spettatore? La sfida è carica di fascino.<br />Leggendo il romanzo e imbattendosi nella critica (quella del tempo) ci si accorge anche di quante chiavi di lettura siano attribuibili ad un testo. Thérèse Raquin è stata addirittura etichettata come “letteratura putrida” in riferimento alle descrizioni particolareggiate dei cadaveri della Morgue o alla raggelante impassibilità dei protagonisti di fronte alla propria crudeltà. Zola ovviamente ha difeso la sua opera ma ne ha anche ascoltato e in parte accettato le critiche. Forse quando la comunicazione non viaggiava alla velocità della luce, si ragionava in maniera più costruttiva. Anche tra intellettuali.</div><br /><div>s.</div>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-16131455605662444042009-12-17T09:24:00.005+01:002010-02-12T16:58:46.898+01:00La Cina e l'Africa: banco di prova per un mondo multipolare<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji5MT5ZdYS13imW4k09oQjK3eg3gV0W3mRY4myYNiV5AtG4Tla_O75z3VAcHx46gcmX8DueMcalkYa6BrRKKsNpEVMil7DXjVj2Ar0RqAb46Nu8QgMo082u11KeAKVm0tWR60xFzT6FtA/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 320px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji5MT5ZdYS13imW4k09oQjK3eg3gV0W3mRY4myYNiV5AtG4Tla_O75z3VAcHx46gcmX8DueMcalkYa6BrRKKsNpEVMil7DXjVj2Ar0RqAb46Nu8QgMo082u11KeAKVm0tWR60xFzT6FtA/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5416119283922319650" border="0" /></a><br />Il 27 marzo del 2009 il Sudafrica decise di negare il visto d'ingresso al Dalai Lama, chiamato a partecipare ad una conferenza che vedeva riuniti i premi Nobel per la pace. Una notizia che fece seguito alle pressioni esercitate dal governo cinese e che attirò forti critiche su quello sudafricano. E' stato questo uno dei segnali, forse il più eclatante, della crescente influenza politica della Cina nel continente africano. Una influenza frutto della forte penetrazione economica iniziata all’inizio degli anni novanta del secolo scorso. Tanto che ormai sono più di ottocento le aziende cinesi presenti in ventotto paesi africani.<br /><br />Per la Cina comunista l’Africa è ormai una vera e propria priorità strategica sullo scenario internazionale come evidenzia il recente <span style="font-weight: bold;">saggio </span>"<a href="http://www.tuttocina.it/editoria/l-africa-cinese.htm">L'Africa cinese</a>" di Stefano Gardelli (Università Bocconi Editore, 2009).<br /><br />Le linee d'azione di Pechino sono quelle del reperimento di materie prime (petrolio in primis), di beni primari come i cereali e dell'accesso a nuovi mercati visti come potenzialmente molto interessanti per la propria economia in continua espansione. Necessità classificate ormai nel campo della sicurezza nazionale e che costringono – e costringeranno sempre più - il gigante asiatico ad intervenire in aree del continente.<br /><br />La sua forza nella politica di aiuti economici e degli investimenti, se confrontata a quella dell’Occidente, risiede, secondo l’autore, nei principi della "non interferenza negli affari interni", del "mutuo rispetto" e del "mutuo beneficio" (win-win cooperation). La continua sottolineatura dell'inviolabilità della sovranità nazionale è infatti un messaggio ben accetto da governi africani, spesso isolati dalla comunità internazionale, e che vedono, invece, nelle condizioni poste dai Paesi occidentali e da istituzioni come il Fondo monetario e la Banca mondiale una forma di neocolonialismo. Il messaggio forte proveniente da Pechino è quello della solidarietà tra paesi in passato vittime del colonialismo e di un rapporto alla pari.<br /><br />I numeri degli aiuti sono impressionanti: nell’ambito del Forum per la Cooperazione Africa Cina (FOCAC) – l’organismo diplomatico creato nel 2000 da Pechino e riunitosi fino ad oggi tre volte - il paese asiatico ha concesso una linea di credito e prestiti per un valore di 5 miliari di dollari e ha promesso di accrescere il commercio bilaterale con l'Africa fino ad una cifra superiore ai 100 miliari di dollari entro il 2010. Inoltre la politica di Pechino si manifesta nella cancellazione del debito dei paesi africani più poveri, nella concessione di prestiti a tasso zero e nell'innalzamento delle merci esportabili in Cina senza tariffa doganale. Ormai la Exim Bank – una banca di stato cinese – è diventata la più grande fornitrice di prestiti e finanziamenti all’Africa superando la Banca Mondiale.<br /><br />La logica dei prestiti, tutta politica e alla quale sottostanno anche le imprese private cinesi, è legata a settori legati all’industria estrattiva e alle annesse infrastrutture che più rispondono agli interessi di Pechino. Ma la politica degli aiuti e degli investimenti porta alla Cina un risultato politico di indubbio valore come il sostegno dei Paesi Africani in materie come il rispetto dei diritti umani, la questione tibetana e il riconoscimento di Taiwan, e l’appoggio alla formazione di un quadro multipolare di relazioni internazionali.<br /><br />Ma, nello stesso tempo, come sottolinea Gardelli, Pechino è costretta a difendere e sostenere governi instabili o condannati dalla comunità internazionale come quello sudanese o dello Zimbabwe, oppure a far pesare la sua forza nelle vicende politiche interne a dispetto dell’enunciato rispetto della sovranità nazionale. Aspetti, quest’ultimi, con i quali la Cina dovrà fare sempre più i conti. Certo è che l’Africa è il terreno sul quale si giocherà la capacità cinese di proiezione globale.<br /><br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-1733741718765648572009-11-12T11:50:00.003+01:002009-11-12T11:55:02.969+01:00Religione come saggezza<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_79KKvg72uYe_dtOEd3RdXOs4KjDOXc7i-HdO61-NaMoCAQ7o7sRFymaFQOfGgSCeYCuN5AQVc2Hl4_ss5ZY2kMoA3PE0Jr1sxw1Np7ARmaWuCcQLA-jr-5DSvHD44wVQiuvu5ml1B8A/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_79KKvg72uYe_dtOEd3RdXOs4KjDOXc7i-HdO61-NaMoCAQ7o7sRFymaFQOfGgSCeYCuN5AQVc2Hl4_ss5ZY2kMoA3PE0Jr1sxw1Np7ARmaWuCcQLA-jr-5DSvHD44wVQiuvu5ml1B8A/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5403168918238853474" border="0" /></a><br />“Mutare l'Eden nel Liceo. La scienza dev'essere un cordiale. Godere, che triste scopo, e che meschina ambizione! Il bruto gode. Pensare, ecco il vero trionfo dell'anima. Porgere il pensiero alla sete degli uomini, dare a tutti loro come elisir la nozione di Dio, affratellare in essi la coscienza e la scienza, renderli giusti mediante questo misterioso confronto, questa è la funzione della vera filosofia. La morale è una fioritura di verità. Contemplare conduce a agire. L'assoluto deve essere pratico. Bisogna che l'ideale sia respirabile, potabile e mangiabile dallo spirito umano. <span style="font-style: italic;">L'ideale ha il diritto di dire: Prendete, questa è la mia carne, questo è il mio sangue</span>. La saggezza è comunione sacra. Solo a questa condizione cessa di essere sterile amore della scienza e diventa il mezzo unico e sovrano dell'adunata umana, e da filosofia viene promossa religione” […]<br />“Contemplare significa lavorare; pensare significa agire. Le braccia conserte lavorano, le mani giunte fanno. Lo sguardo al cielo è un'opera” […]<br />“Siamo per la religione contro le religioni. Siamo di quelli che credono nella miseria delle orazioni e nella sublimità della preghiera”.<br /><br />Victor Hugo, I miserabili<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-89923975291371712272009-10-30T11:48:00.017+01:002010-02-12T16:59:34.952+01:00Che Camelot bruci e presto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiZs8_YEO-GZVSGwgrRRXnuFLaYIlfaEtt79ith9MEVeiR8FeZSJbtgWkdZGFLCsN3H9MQ9afbPKjASokPCdqZLyeo4wD8cuTyMpl5CJloxo05-KZqWfCGgGtBn-AkfXXEwcqQCpXRcW8/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 276px; height: 196px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiZs8_YEO-GZVSGwgrRRXnuFLaYIlfaEtt79ith9MEVeiR8FeZSJbtgWkdZGFLCsN3H9MQ9afbPKjASokPCdqZLyeo4wD8cuTyMpl5CJloxo05-KZqWfCGgGtBn-AkfXXEwcqQCpXRcW8/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5398343458551460866" border="0" /></a><br /><br />Non voglio che si ripeta l'errore che mio padre e una intera generazione fecero con Kennedy: la santificazione del presidente a prescindere dall'escalation in Vietnam (per ricordarne una). Una persistente allucinazione collettiva. C'è un suo agiografo, il Veltroni: non ce l'ha fatta, l'aureola di JFK non ha passato l'atlantico, forse perchè il Kennedy nostrano con l'agent orange ha ammazzato solo buona parte della storia della sinistra italiana. Se non è stato pagato per farlo, è solo più grave. Di lui si ricorderà l'imbelle e sempre fuori da liste di proscrizione Fabio Fazio, ne sono certo.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Ora con Obama, torna il problema</span>. Problema sì, perchè basta essere meno ignoranti e grossolani di Bush jr per diventare una speranza (della sinistra): dalla guerra preventiva al Nobel preventivo. Un libro sulla politica estera Usa uscito nel 2005 si intitolava "Il serpente e la colomba" (ed. Garzanti), alternanza di soft e hard power nella strategia di dominio a stelle e strisce. Ebbene questo titolo è fuori luogo.<br /><br />Con l'avvento di Obama si apre la stagione de "<span style="font-weight: bold;">Il serpente è la colomba</span>". Il serpente astuto, viscido, silenzioso, ingannatore: caratteristiche tutte che, dopo i fragori buschisti, meglio si adattano alla volontà Usa di rispondere alla minaccia multipolare e di riconquistare, con i sogni, una attrattiva perduta sotto il colpo della durezza e della crisi. Il giovane democratico è l'uomo adatto, che ne sia consapevole o meno poco mi frega. Anzi, <a href="http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6395">secondo Gore Vidal</a>, è l'uomo che i militari attendevano per fare a loro piacimento in Afghanistan.<br /><br />E tutto funziona a meraviglia: a Kabul piovono truppe, in Honduras le condanne ai colpi di stato si limitano alle parole, perchè gli embarghi sono solo per Cuba, nei pezzetti di America Latina ancora fedeli (la Colombia) si apprestano basi con intenti sovversivi e con Israele la musica non cambia.<br /><br />Ma su Camelot, questo è il problema, <span style="font-weight: bold;">splende d'oro il velo di Maya</span>.<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-89514840156201816072009-10-21T17:56:00.004+02:002009-10-21T18:03:15.305+02:00Ad un amico scrittore ...<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihzPjfecEW7J3bYkGbfW_jxl9BjE7iEliZA_NbjrxKKdIJzc04CyJ9ZtVRLUYoBwM8q6xTLR4uiQLJ5t9F1yNe_2Wl3d9rNAZ0LdW6FwmVc11_mhPS-0B8l_gZGpS2BuV8GJP-Ibwx460/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 300px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihzPjfecEW7J3bYkGbfW_jxl9BjE7iEliZA_NbjrxKKdIJzc04CyJ9ZtVRLUYoBwM8q6xTLR4uiQLJ5t9F1yNe_2Wl3d9rNAZ0LdW6FwmVc11_mhPS-0B8l_gZGpS2BuV8GJP-Ibwx460/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5395083227903008818" border="0" /></a><br />Poichè l'italiano nasce scrittore e muore senza leggere, pubblico un consiglio di un certo peso (anche ironico)<br /><br />"<span style="font-style: italic;">L'agente letterario è stato l'uovo deposto da una industria editoriale che aveva cominciato a preoccuparsi molto più della pubblicazione e divulgazione di best-sellers che della pubblicazione e divulgazione di opere di merito. Gli scrittori, gente per lo più ingenua che si lascia facilmente illudere dall'agente letterario di tipo sciacallo o pescecane, corrono dietro a promesse di grossi anticipi e di promozioni letterarie come se da ciò dipendesse la loro vita. Un anticipo è solo un pagamento in acconto, e, quanto a promozioni, tutti abbiamo l'obbligo di sapere, per esperienza, che la realtà è sempre al di sotto delle aspettative</span>".<br /><br />J. Saramago, Il Quaderno, Bollati Boringhieri<br /><br />d. (ma per la fonte s.)Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-34337601851967774502009-10-20T09:40:00.009+02:002010-02-12T17:00:04.725+01:00Fantozzi a Kabul<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGWzOQswSgnH_AoXurttm5viKTid4Uh60NdbnlK6WnsDvtL9MLpjQGLCtUq3cZMd7DIPySct4JcmHf20I1klG805y_7YkWWM5cgyh_7yrhXz4RO4uuyxsY7fxddmwb0PQeIrvcS52gY8/s1600-h/zzz.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 293px; height: 281px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxGWzOQswSgnH_AoXurttm5viKTid4Uh60NdbnlK6WnsDvtL9MLpjQGLCtUq3cZMd7DIPySct4JcmHf20I1klG805y_7YkWWM5cgyh_7yrhXz4RO4uuyxsY7fxddmwb0PQeIrvcS52gY8/s320/zzz.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5394585260411155026" border="0" /></a><br />Qualche mese fa provare a mettere in dubbio la regolarità delle elezioni afghane significava candidarsi alla gogna del mercato sotto casa come a quello mediatico. Siamo così distanti dalla guerra mondiale da non ricordarci - ma in fondo basta solo un pochetto di fatica - che in un paese occupato le elezioni non possono essere libere. Diamo per scontato - insomma dimentichiamoci della Florida tanto amata da Al Gore - che esistano elezioni libere, perchè la discussione andrebbe oltre il diluvio universarle pianificato per il 2012 dai Maya di Al Qaida.<br /><br />Ora - evviva la forza dell'informazione libera - veniamo a sapere, a riconferma della tesi sopra esposta, che in Afghanistan in molto seggi si è votato come Fantozzi timbrava le buste in ufficio: in serie e tutte nello stesso punto. Un milione e mezzo di voti sono irregolari. Roba da annullare tutto. Invece no, i voti falsi vengono detratti e si convince il votatissimo Karzai ad accettare il ballottaggio.<br /><br />Insomma, siamo a Kabul non a Teheran. Qui non c'è nessun bel ragazzotto, ben vestito e pronto per le telecamere, che chiede "where is my vote?".<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-55322294780380527162009-06-17T13:50:00.009+02:002010-02-12T17:01:00.834+01:00Squadracce e guerra tra poveri<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg1KMBnSTh98P8Y_uK8-HXPkQf7nttjuL4EjKELhFB7gSYRN_71SDNjcmNv3wA6A9kEMGKco3S-qu9or4Ep8tGRR_N2-qal4MoY9BGmOXB5J_eTEwuNjpgS4ZGDt0U_dav30F25mPJnvE/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 241px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg1KMBnSTh98P8Y_uK8-HXPkQf7nttjuL4EjKELhFB7gSYRN_71SDNjcmNv3wA6A9kEMGKco3S-qu9or4Ep8tGRR_N2-qal4MoY9BGmOXB5J_eTEwuNjpgS4ZGDt0U_dav30F25mPJnvE/s320/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5348262855057430690" border="0" /></a><br />Crisi economica, deriva securitaria e razzismo: un mix che abbiamo sotto gli occhi. E ancora di più: le ronde nere con la volontà di pattugliare le nostre strade, il moltiplicarsi di divieti per i soli extracomunitari (non li vogliamo neppure nei giardini pubblici), la volontà di chiudersi in piccoli fortini (per difendere spesso ciò che si pensa di avere), la guerra tra poveri, noi bianchi il bene loro, i diversi, il male e il riemergere dallo stanzino buio della storia dei simboli nazisti (quelli fascisti sono troppo moderati ormai).<br /><br />Stati Uniti anni '30, la Grande Depressione: tempi diversi, certo, ma risposte e pulsioni tremendamente simili.<br /><br /><div style="text-align: center;">"<span style="font-style: italic;">E dicono: vedi come sono lerci, questi maledetti Okies [immigranti Usa in California provenienti dal sud e dal Midwest]; ci appestano tutto il paese. Nelle nostre scuole non ce li vogliamo, perdio. Sono degli stranieri. Ti piacerebbe veder tua sorella parlare con uno di questi pezzenti?</span> <span style="font-style: italic;">E così le popolazioni si foggiano un carattere improntato a sentimenti di barbarie. Formano squadre e centurie e le armano di clave, di gas, di fucili. Il paese è nostro. Guai, se lasciamo questi maledetti Okies prenderci la mano. E gli uomini che vengono armati non sono proprietari, ma si persuadono di esserlo; gli impiegatucci che maneggiano le armi non possiedono nulla, e i piccoli commercianti che brandiscono le clave possiedono solo debiti. Ma il debito è pur sempre qualcosa. L'impiegatuccio pensa: io gaudagno quindici dollari la settimana; mettiamo che un maledetto Okie si contenti di dodici, cosa succede? E il piccolo commerciante pensa: come faccio a sostenere la concorrenza di chi non ha debiti?</span>".<br /><br /><div style="text-align: left;">Citazione da: J. Steinbeck, Furore, Bompiani.<br /><br />d.<br /></div></div>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-3965769253654404512009-06-12T12:54:00.004+02:002010-02-12T17:01:24.364+01:00Tolstoj, stampa e progresso<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit3fWpT82BgyL2309mkib_p8wE5k1kbDMl-UYP9AHaFp28YKge8B8ODiaM5opPgQrM2Srx9MbVPKW8aowvyUeBfUJxVNIKPO9t6k_MCKKQiDBQtGMbi3irNvNFTIQS_w8wg1iRO2DZcWk/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 157px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit3fWpT82BgyL2309mkib_p8wE5k1kbDMl-UYP9AHaFp28YKge8B8ODiaM5opPgQrM2Srx9MbVPKW8aowvyUeBfUJxVNIKPO9t6k_MCKKQiDBQtGMbi3irNvNFTIQS_w8wg1iRO2DZcWk/s200/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5346393631892778114" border="0" /></a><br />"<span style="font-style: italic;">Il progresso della stampa, come per il progresso dei telegrafi elettrici, è monopolio di una data classe della società e vantaggioso per gli uomini di questa classe, i quali con la parola progresso intendono solo il proprio vantaggio personale, che, di conseguenza, è sempre opposto al vantaggio del popolo</span>".<br /><br />Tratto da: Tolstoj, La morte di Ivan Il'ic, Garzanti<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-49487156640086276152009-06-11T09:14:00.003+02:002010-02-12T17:02:05.503+01:00La nostra idea è la ragione!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv_eFTeue01nVpB3d1FcBFCFSRtMVG-5s0k2Fh2vduu5e6H-CEaQzMLc8VvhwGyfS5J_augx1vd1uHbZcuyEkxEBJ0oUHTWCftwAv7kUkUAlLLc9LhurLiV5SO9jq_bdV8bOhboa2mDDk/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 320px; height: 306px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv_eFTeue01nVpB3d1FcBFCFSRtMVG-5s0k2Fh2vduu5e6H-CEaQzMLc8VvhwGyfS5J_augx1vd1uHbZcuyEkxEBJ0oUHTWCftwAv7kUkUAlLLc9LhurLiV5SO9jq_bdV8bOhboa2mDDk/s320/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5345965323086411154" border="0" /></a><br />In uno dei primi post di questo blog abbiamo scritto di belle speranze che hanno animato la lotta dei rivoluzionari. Ed ora, all'indomani di un duro colpo elettorale, oltre alla ineludibile necessità di capirne le cause, credo che il recupero della nostra speranza, della nostra simbologia sia esso stesso un compito necessario. E lo faccio riportando evocative parole di Antonio Gramsci sul Primo Maggio. Ricordiamoci: oggi perdere la speranza non vale la pena, perchè abbiamo alle nostre spalle una storia di sacrifici e di sangue versate.<br /><br />“<span style="font-style: italic;">È, ogni anno, la sintesi internazionale, la radunata di tutte le nazioni del mondo, nelle città e nei paesi di tutte le nazioni del mondo, delle energie simpatiche, il distendersi delle sulla superficie terreste bagnata di sudore, irrorata di sangue, delle folle sterminate che compiono un rito, che si contano, che nel sapersi tante acquistano maggiore coscienza della fatale necessità che l'idea trionfi, perché essa è la ragione, perché essa è l'anima stessa degli uomini, perché solo essa nella millenaria storia della civiltà è riuscita a far muovere tanti uomini […]</span>”.<br /><br />“<span style="font-style: italic;">È il convegno del mondo, dei lavoratori di tutto il mondo, è un momento della vita mondiale, è una anticipazione, nell'attualità, di ciò che dovrà essere la vita della società futura: comunione universale dello spirito umano, coscienza sentita di esistere con tutti gli altri, di essere tutti gli uomini legati ad uno stesso partito, di essere debitori di una stessa promessa, elevarsi, sviluppare la propria umanità, diventare i dominatori delle forze naturali e storiche, per fare di esse strumento mirabile alla rigenerazione, alla umanizzazione della belva che sonnecchia nel cuore di ognuno, e il cuore vermiglio lanciare verso il sole purificatore</span>”.<br /><br />Antonio Gramsci, <span style="font-style: italic;">Il Primo Maggio 1918</span>, Il grido del popolo.<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-88029106754548822962009-06-05T18:30:00.006+02:002009-06-05T21:35:36.420+02:00dante, il prezzo del successo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr2bONoNHWiEusWf7oKQJHSG6_umO3rcgYlBZh-S3_MzKK8z3ekZ_X1LDq7s42CWlErD0On-8f6wbVm9zUhbRopg3iuVcVS42Y3Mk5veNj4g1Q5xzqKFzp8sDFAroW7UbQC-JEV9P6tAQ/s1600-h/dante"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 238px; height: 234px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr2bONoNHWiEusWf7oKQJHSG6_umO3rcgYlBZh-S3_MzKK8z3ekZ_X1LDq7s42CWlErD0On-8f6wbVm9zUhbRopg3iuVcVS42Y3Mk5veNj4g1Q5xzqKFzp8sDFAroW7UbQC-JEV9P6tAQ/s320/dante" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5343882934054901970" border="0" /></a><style type="text/css"><!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></style><br />dante, il padre della lingua italiana. dante, bandiera dell'italianità colta nel mondo. roberto benigni con la sua operazione letteral-mediatica legata alla pubblicazione del libro “il mio dante” e prima ancora alla declamazione della divina commedia nelle piazze italiane ed estere, ha recentemente rinfrescato la memoria dei più sulle straordinarie capacità compositive del sommo maestro.<br />eppure l'affermazione della divina commedia non seguì un processo del tutto lineare. la tradizione orale diede spazio a diverse storpiature del testo e in alcuni casi fu lo stesso dante, di passaggio, ad ammonire “in diretta” i vari cantori improvvisati.<br />il libro “classici dietro le quinte”, appena pubblicato da laterza e scritto da giovanni ragone, illustra a tal proposito le tappe che portarono alla pubblicazione della divina commedia. perduti i manoscritti originali, seguirono diverse versioni del testo, molte volte soggette a cattive interpretazioni. svolta importante nella ricostruzione e diffusione dell'opera venne data da giovanni boccaccio, il cui testo distava in realtà in maniera vistosa dall'originale. boccaccio ebbe comunque anche il merito di “introdurre” la lettura della commedia al petrarca (che per molti letterati dell'epoca divenne l'avversario letterario dello stesso dante). chiudiamo questo breve intervento ricordando il rilancio che l'opera dantesca ebbe sotto i medici, quando anche molti fiorentini riuscirono a “digerire” gli attacchi lanciati dal poeta nella commedia all'indirizzo dei loro antecedenti concittadini.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">il libro:</span><br /><a href="http://www.laterza.it/schedalibro.asp?isbn=9788842088424">giovanni ragone, classici dietro le quinte, ed. laterza<br /></a> <p style="margin-bottom: 0cm;">s.</p>Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-20439651094784241002009-06-05T16:24:00.003+02:002010-02-12T17:03:38.954+01:00A 20 anni da Tienanmen<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKVMcVUYugEKKA4PeqLuCxrfeL-X1lmZ-k4LigTF_hBWv8LeFK7EGHrd9-hkGR2FWTn3E7XKsePkj02tsEkDGWzsNI9S0gXATRzZYTZvssSYgUJBnCUcaXOejgN1YDkvbE_LGRimWqnCE/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 300px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKVMcVUYugEKKA4PeqLuCxrfeL-X1lmZ-k4LigTF_hBWv8LeFK7EGHrd9-hkGR2FWTn3E7XKsePkj02tsEkDGWzsNI9S0gXATRzZYTZvssSYgUJBnCUcaXOejgN1YDkvbE_LGRimWqnCE/s320/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5343850092313668066" border="0" /></a><br />Prosegue la canea anticinese degli imperialisti: dopo le accuse di genocidio nei confronti dei tibetani, ecco le "disinteressate" e "democratiche" celebrazioni dei vent'anni dai fatti di piazza Tienanmen.<br /><br />Insomma, è riesplosa<span style="font-weight: bold;"> l'Internazionale dello "stracciamoci le vesti"</span> che della Cina Popolare ha fatto il suo costante obiettivo.<br /><br />Per ricostruire i fatti di quel lontano 1989, ecco, alla nostra e vostra attenzione, un articolo dello storico <span style="font-weight: bold;">Domenico Losurdo</span>.<br /><br /><a href="http://domenicolosurdoblogtienanmen.blogspot.com/">Tienanmen, 20 anni dopo >></a><br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-81174492983475701342009-06-04T10:23:00.007+02:002010-02-12T17:04:06.417+01:00Invasione! Cacciamoli, ammazziamoli!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_1Xna2dtz2eRyrCYus908nDzOXA0CNpMeE5iITt2rNhvJyntvLFFqaN8eade8Pwed3rrPt8teoQQCwawd1Vmq5Sb09kCQUFx0w3lIZr3X6RzeRgAyzgJs6DCLAcq_jcMSC5OCEBsoycU/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 320px; height: 206px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_1Xna2dtz2eRyrCYus908nDzOXA0CNpMeE5iITt2rNhvJyntvLFFqaN8eade8Pwed3rrPt8teoQQCwawd1Vmq5Sb09kCQUFx0w3lIZr3X6RzeRgAyzgJs6DCLAcq_jcMSC5OCEBsoycU/s320/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5343385929138080690" border="0" /></a><br />“<span style="font-style: italic;">Gli italiani cominciano ad esagerare con le loro pretese. Presto ci tratteranno come un Paese conquistato […]. Fanno concorrenza alla manodopera francese e si accaparrano i nostri soldi a vantaggio del loro Paese</span>”; I Francesi devono essere protetti da “<span style="font-style: italic;">questa merce nociva, e peraltro adulterata che si chiama operaio italiano</span>”.<br /><br />Così nel <span style="font-weight: bold;">1893</span> – ma sembra di leggere una Padania di un secolo dopo - si esprimeva la stampa nella Francia meridionale – cito Le Jour e La Lanterne - a proposito dell'immigrazione italiana (essenzialmente “padana”). E nell'agosto dello stesso anno, a <span style="font-weight: bold;">Aigues Mortes</span> (Camargue), avviene il primo eccidio nella lunga e sanguinosa storia della nostra emigrazione: <span style="font-weight: bold;">9 operai linciati</span> da una folla inferocita di lavoratori locali.<br /><br />Agli italiani, come rilevava <span style="font-weight: bold;">l'Internazionale socialista</span> due anni prima, toccava il compito “<span style="font-style: italic;">umiliante di turbatori di sciopero e di rinvilitori di salario</span>”. A questi, insomma, si rivolgeva il padronato locale per sostituire gli scioperanti francesi (in lotta per miglioramenti salariali, non per divertimento!) o per tenere bassi, con una concorrenza fatta di disperati e affamati, i loro salari.<br /><br />L'odio e le paure dei lavoratori francesi si scagliarono <span style="font-weight: bold;">così contro l'obiettivo sbagliat</span>o, contro una massa di disperati <span style="font-weight: bold;">diventata massa di manovra dei padroni</span> degli uni come degli altri. Quei padroni che parlavano pubblicamente di difesa del lavoro nazionale e privatamente lavoravano a difesa del proprio profitto … grazie a noi pezzenti italiani.<br /><br />E quando, mi chiedo, noi lavoratori italiani, minacciati nei diritti come nei redditi, ci lanceremo contro i nostri finti nemici? Quando, così poveri ma tanto fieri della nostra italianità, faremo la gioia dei nostri padroni?<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Ps:</span><br />Così si si leggeva nella inchiesta parlamentare francese (Rapporto Spuller) sulla condizione operaia del 1884: “<span style="font-style: italic;">L'operaio italiano è caratterizzato dal fatto d'essere più docile, più malleabile; gli si fa fare tutto ciò che si vuole, abbassa la schiena e tende la guancia per ricevere un altro schiaffo. Come uomo, trovo la cosa rivoltante. Questi operai non hanno dignità personale; sopportano tutto, chinano il capo e obbediscono</span>”.<br /><br /><br /><span style="font-weight: bold;">Da leggere:</span><br />“<span style="font-style: italic;">Morte agli Italiani!</span>”, Enzo Barnabà, edizioni Infinito<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-18379022157866332082009-06-01T14:47:00.006+02:002010-02-12T17:04:33.860+01:00Il “mostro” disse: vendete le vostre braccia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijUA-xRlgbIeoysv7yqG2_I46nWO4oDkJSCi-gxO1o11f7siug90emPKneNuuHQQwUz4ozrlAOvU_MAaOTC-s9TMEcHuAe9CsbvdR38iPkWzM6l05IEgv1r8AAsrIsoTsMtf9jH9zlWIA/s1600-h/barbara901192-300.gif"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 246px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijUA-xRlgbIeoysv7yqG2_I46nWO4oDkJSCi-gxO1o11f7siug90emPKneNuuHQQwUz4ozrlAOvU_MAaOTC-s9TMEcHuAe9CsbvdR38iPkWzM6l05IEgv1r8AAsrIsoTsMtf9jH9zlWIA/s320/barbara901192-300.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5342343963343838178" border="0" /></a><br />Stati Uniti anni '30: il capitale bancario arriva nelle campagne sotto forma di trattrici diesel e scaccia dai campi contadini e mezzadri: che elemosinino altrove il lavoro. E ancora una nuova guerra tra poveri. Un incubo sulle zolle americane, la fine del sogno jacksoniano del contadino che dissoda la sua terra, proprio quando il neo presidente Roosevelt annuncia che i “mercanti sono fuggiti dal tempio della nostra civiltà”.<br /><br />Ecco le parole di John Steinbeck (Nobel per la letteratura 1962):<br /><br />“<span style="font-style: italic;">E arrivarono le trattrici. […] Mostri dal grifo appuntito che procedevano il linea retta sui loro cingoli entro nuvole di polvere, grufolando inesorabili, superando palizzate, cortili, avvallamenti, squarciando la terra, insinuandosi sotto gli atrii delle case coloniche, dissodando le aie, scalando ripe, abbattendo cinte, ignorando ogni ostacolo.</span><br /><span style="font-style: italic;">Sul suo sedile di ferro il conducente non aveva aspetto umano. Inguantato, occhialuto, mascherati il naso e la bocca contro la polvere, era parte integrante, del mostro, era un fantoccio meccanico. […]</span><br /><span style="font-style: italic;">Il conducente non poteva impedire al mostro di avanzare e retrocedere in linea retta per la campagna e di travolgere nella sua marcia dozzine di fattorie. Azionando leve e comandi si sarebbe potuto deviarlo, ma il conducente non poteva perché un altro mostro, il mostro che aveva costruito la trattrice, che l'aveva inviato sul posto s'era immesso nella mani, nel cervello, nei muscoli del conducente, lo teneva imbrigliato e imbavagliato … imbrigliata la mente, imbavagliata la bocca, imbrigliate le sue facoltà di percezione, soffocata ogni sua voce di protesta. Non poteva vedere la campagna così com'era, né assaporare l'odore genuino della terra, né calpestarne le zolle, né sentirne il calore e la forza. Sedeva su uno sgabello di ferro e premeva pedali di ferro. Non poteva apprezzare né comprimere, o maledire o incoraggiare il proprio potere nei confronti della terra e di conseguenza era incapace di provare gioia o tormento, furore o sollievo. Non conosceva la terra, non era sua, non aveva fede in lei, non la supplicava. Se un granello di seme non germinava, egli non se ne dava pensiero. Se i teneri sprocchi appassivano nella siccità o affogavano sotto la pioggia, egli rimaneva indifferente, come la trattrice.</span><br /><span style="font-style: italic;">Non amava la terra, non più di quanto l'amasse la banca; ma non amava nemmeno la trattrice. […] Il conducente sul suo sgabello di ferro s'inorgogliva dell'impeccabile dirittura dei solchi che non tracciava lui, della trattrice che non era sua e ch'egli non amava, della potenza di cui si sapeva schiavo. E s'arrivava alla maturazione a alla mietitura senza che nessun essere umano avesse sbriciolato con le mani le tiepide zolle o setacciato la terra tra le dita, senza che nessuno avesse toccato il seme o ne avesse spiato con ansia la crescita. Gli uomini mangiavano ciò che essi non avevano coltivato, più nessun vincolo li legava al proprio cibo. La terra s'apriva sotto il ferro e sotto il ferro gratuitamente inaridiva: nessuno c'era più ad amarla o a odiarla, nessuno più la supplicava o malediceva. […]</span>"<br /><br />J. Steinbeck “Furore”, ed. Bompiani.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-24019776156075683872009-05-30T17:36:00.005+02:002009-05-30T18:39:46.598+02:00libri al rogo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwRcSTGeflbquIHPvDsB3JTE0-Z1eWWtSCfEb-1WB0mxor2hIkCBEyFmw8SwiAyLOmXJLiSWYa9-AWWjCsbheEKP6Txc_xccFYQykwe2Vv6ln7j67w5TYx8bvG8vPDglSJeHqQ8VqQsEk/s1600-h/rogo"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 214px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwRcSTGeflbquIHPvDsB3JTE0-Z1eWWtSCfEb-1WB0mxor2hIkCBEyFmw8SwiAyLOmXJLiSWYa9-AWWjCsbheEKP6Txc_xccFYQykwe2Vv6ln7j67w5TYx8bvG8vPDglSJeHqQ8VqQsEk/s320/rogo" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5341641849422129810" /></a>
<br /> <meta name="CHANGED" content="20090530;16505800"> <style type="text/css"> <!-- @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> </style> <p style="margin-bottom: 0cm;">andiamo indietro di qualche post: non tantissimi peraltro vista la giovane età di questo blog. parlavamo di roghi della cultura facendo riferimento a "i libri bruciano male" opera dello scrittore manuel rivas e, poco più in là, parlavamo del premio nobel della letteratura josè saramago.
<br />ebbene (come nella più involontaria delle profezie) oggi i due argomenti sono tristemente correlati. non siamo nella spagna franchista (dove è ambientata l'opera di rivas), ma nell'italia dei nostri giorni. eppure un libro di josè saramago è stato rifiutato dalla sua casa editrice nostrana (la einaudi) a causa delle opinioni espresse dal portoghese in merito al premier silvio berlusconi. evidentemente a mostrarsi eversivi non sono solo i giudici italiani, ma anche gli scrittori portoghesi. ma poco conta perchè l'antidoto è pronto ed efficace: mettiamo un altro bavaglio alla cultura, censuriamo i dissensi e sintonizziamoci sul prossimo reality. gli studi televisivi non servono più: il vero show è fuori.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">
<br />PS: per la cronaca il libro di saramago sarà edito da bollati boringhieri.
<br />
<br />s.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7076613529903061469.post-46978219688838472712009-05-28T12:18:00.008+02:002009-05-31T21:41:01.952+02:0021 aprile? Lo si festeggi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirqdWdOVbqXkTr2Ottdy4W97Thd1uF1QSDE9baMjVhgU82fNWRUi6jCY2Q_oSWoNQydcHAXWXgZrugc20J0Mi94IFZ7_gFo8ryURV4lV_dtR0ByBh1SOWNGKX59zj5OjJgt1hqZFBZtBM/s1600-h/zzz656708.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 260px; height: 225px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirqdWdOVbqXkTr2Ottdy4W97Thd1uF1QSDE9baMjVhgU82fNWRUi6jCY2Q_oSWoNQydcHAXWXgZrugc20J0Mi94IFZ7_gFo8ryURV4lV_dtR0ByBh1SOWNGKX59zj5OjJgt1hqZFBZtBM/s320/zzz656708.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5340817752421062130" border="0" /></a><br /><br />Mussolini, con regio decreto del 19 aprile 1923, abolisce la ricorrenza civile del Primo Maggio (lo era da un solo anno) per sostituirla con quella del 21 aprile, data della fondazione di Roma. Però! patetico tentativo - lo dimostrerà la storia - di eliminare con una legge la manifestazione operaia frutto di decenni di lotte del movimento dei lavoratori.<br /><br />Epperò anche la data del 21 aprile non è estranea alla storica rivendicazione operaia delle otto ore di lavoro. Lo rivela, con ironica soddisfazione, un manifesto datato 1923 dell'Unione Sindacale Italiana:<br /><br /><div style="text-align: center;">"<span style="font-style: italic;">Il 21 aprile. E' la festa dei lavoratori ... australiani. Fu infatti <span style="font-weight: bold;">il 21 aprile del 1856</span> che in Australia venne largamente estesa a molte altre categorie di operai la giornata di otto ore</span>".<br /></div><br />Insomma, anche questa data è patrimonio del movimento dei lavoratori. Festeggiamola come aperitivo al Primo Maggio, i fascisti hanno preso un abbaglio!<br /><br />d.Pagine di lottahttp://www.blogger.com/profile/05783637477407630767noreply@blogger.com0