lunedì 10 maggio 2010

Il comodo cliché dell'oscurantismo


Tanti gli anatemi che la sinistra post - ex - simil - comunista ormai lancia dalla sua cattedratica minoranza. E tutti, alla fine, contro se stessa e la sua storia. Contro strumenti e categorie di analisi. Contro i popoli in lotta che resistono. Li ricordiamo tutti vero? Contro i resistenti iracheni, contro quelli afghani, tanto per citare i più cattivi che minacciano pure i "nostri ragazzi". Orgasmi nazional-patriottici che inquinano il movimento operaio fin dalla ricerca della quarta sponda (Libia 1911) e dalle avvisaglie della prima guerra mondiale.

E poi cosa ancora? Ah ecco! No alla lotta del popolo palestinese, che pacificamente deve farsi rastrellare nei propri ghetti dopo aver scelto Hamas, e ancora meno alla resistenza di Hezbollah nel Libano del Sud mentre Beirut viene bombardata. Ma siamo pazzi? Sostenere due forze dell'oscurantismo islamico - così ci dicono - che vogliono la cancellazione di Isralele! (Favola che ci racconterenno fino a quando l'ultimo palestinese sarà ospite imbalsamato del museo egizio di Torino). Mai! Almeno fino a quando quei due popoli non saranno guidati da illuminati e occidentali movimenti di sinistra, magari pure favorevoli alle unioni di fatto.

Vabbè, si fotta l'antimperialismo, quella vecchia categoria di analisi che ha fin troppo disturbato, facendosi pure prassi, le nostre tante missioni di civiltà! Io ci resto, ahimè, legato e concludo l'invettiva con un buon ripasso. Con le parole di un comunista neppure troppo estremo come Giorgio Amendola:

"Il fatto che la lotta degli arabi fosse diretta dal Grande Mufti di Gerusalemme, che rappresentava l'ala più reazionaria e fanatica del vecchio islamismo, non poteva trarci in inganno sul carattere nazionale ed antimperialista del movimento arabo".

(da "Una scelta di vita")

martedì 4 maggio 2010

XXI secolo: Gesù o Barabba?


"Credi tu, mastro Eutimio, che la scelta dei collesi sarebbe a favore di Gesù e contro Barabba, anche se Barabba si presentasse qui a cavallo, in grande uniforme, col petto ricoperto di decorazioni, alla testa di una legione di uomini armati, acclamato da una turba di servi in livrea, di scribi di corifei d'oratori di sacerdoti, e se Gesù invece vi fosse mostrato tra due sbirri, come un povero cristo qualsiasi, come un profugo un fuorilegge un senza-patria, un senza-carte qualsiasi? E' una semplice domanda, una domanda che rivolgo anche a me stesso, ma ora sarei curioso di udire la tua risposta".

[Tratto da "Il seme sotto la neve" di Ignazio Silone]