sabato 30 maggio 2009

libri al rogo


andiamo indietro di qualche post: non tantissimi peraltro vista la giovane età di questo blog. parlavamo di roghi della cultura facendo riferimento a "i libri bruciano male" opera dello scrittore manuel rivas e, poco più in là, parlavamo del premio nobel della letteratura josè saramago.
ebbene (come nella più involontaria delle profezie) oggi i due argomenti sono tristemente correlati. non siamo nella spagna franchista (dove è ambientata l'opera di rivas), ma nell'italia dei nostri giorni. eppure un libro di josè saramago è stato rifiutato dalla sua casa editrice nostrana (la einaudi) a causa delle opinioni espresse dal portoghese in merito al premier silvio berlusconi. evidentemente a mostrarsi eversivi non sono solo i giudici italiani, ma anche gli scrittori portoghesi. ma poco conta perchè l'antidoto è pronto ed efficace: mettiamo un altro bavaglio alla cultura, censuriamo i dissensi e sintonizziamoci sul prossimo reality. gli studi televisivi non servono più: il vero show è fuori.


PS: per la cronaca il libro di saramago sarà edito da bollati boringhieri.

s.

giovedì 28 maggio 2009

21 aprile? Lo si festeggi



Mussolini, con regio decreto del 19 aprile 1923, abolisce la ricorrenza civile del Primo Maggio (lo era da un solo anno) per sostituirla con quella del 21 aprile, data della fondazione di Roma. Però! patetico tentativo - lo dimostrerà la storia - di eliminare con una legge la manifestazione operaia frutto di decenni di lotte del movimento dei lavoratori.

Epperò anche la data del 21 aprile non è estranea alla storica rivendicazione operaia delle otto ore di lavoro. Lo rivela, con ironica soddisfazione, un manifesto datato 1923 dell'Unione Sindacale Italiana:

"Il 21 aprile. E' la festa dei lavoratori ... australiani. Fu infatti il 21 aprile del 1856 che in Australia venne largamente estesa a molte altre categorie di operai la giornata di otto ore".

Insomma, anche questa data è patrimonio del movimento dei lavoratori. Festeggiamola come aperitivo al Primo Maggio, i fascisti hanno preso un abbaglio!

d.

lunedì 25 maggio 2009

risposte


"la vita se la ride delle previsioni, mette parole dove noi abbiamo immaginato dei silenzi e repentini rientri quando pensavamo che non ci saremmo incontrati più",
(josè saramago)

ecco un piccolo saggio de "il viaggio dell'elefante" l'ultimo libro del premio nobel per la letteratura josè saramago,
potere evocativo, impegno sociale e uno stile personalissimo di scrittura sono alla base dei romanzi dello scrittore portoghese.

s.

domenica 24 maggio 2009

Brucia il libro!


Luglio 1936: il pronunciamento militare franchista si abbatte sulla "bella" Spagna repubblicana. "Bella" perché animata dalle speranze di sfruttati da secoli tenuti a bada dal tallone di ferro di "lor signori".

"Moltiplicatevi e spargetevi come carne da cannone. Un impero di ossa che aumentano anno dopo anno. E poi i morti della guerra di Spagna. Quello che avevano perso fuori, i militari erano venuti a conquistarselo dentro".


Alle fucilazioni di massa di repubblicani, comunisti e anarchici si accompagnano i roghi di massa dei libri: estirpare gli uomini liberi e le pagine che liberi li avevano cresciuti. Bruciare il libro è negare l'uomo, perché questo non è lo squallido bottegaio attaccato al piccolo cabotaggio del suo interesse. No! E' lo spirito critico, la bella speranza.
Non è il fascista e non è il golpista, cinici e astiosi affossatori della speranza di riscatto. Perché questa è nostra, me lo dicono le loro paure, le loro repressioni, le loro botte, le loro fucilazioni, i loro roghi.

"I libri come criminali, arrestati, messi al muro. Di spalle alla gente. In fila, pigiati senza lo spazio per potersi allungare, in un silenzio muto. [...] Passeranno i giorni, i mesi e gli anni, e i libri arrestati spariranno a poco a poco".

Ma i libri pare non sempre brucino bene ...

(Citazioni tratte da Manuel Rivas "I libri bruciano male", Feltrinelli)

d.

mercoledì 6 maggio 2009

Il Primo Maggio a Brescia


Il primo intervento di questo blog, frutto della sensibilità e della mente di due persone, è dedicato al mio libro da poco pubblicato da Ediesse e dedicato al Primo Maggio.

"La Festa dei lavoratori. Il Primo Maggio a Brescia dalle origini alla Prima guerra mondiale", Diego Bertozzi, Ediesse, 2009, Roma.

Scrivere una storia del Primo Maggio non significa limitarsi a ripercorrere le tappe di una manifestazione che si ripete di anno in anno da più di un secolo. Significa anche raccontare la storia di una speranza di riscatto, di una utopia, quella socialista di una società di eguali e senza sfruttamento, che per un giorno sembra farsi reale nelle speranze e nei comportamenti dei lavoratori in festa.
Tradotto sul piano locale, il Primo Maggio, dalle origini alla prima guerra mondiale, è la cartina di tornasole degli sviluppi del giovane socialismo bresciano: i difficili inizi, la repressione, le prime libertà, la conquista della città in alleanza con i liberali, le divisioni interne tra riformisti e rivoluzionari, lo scontro con il forte movimento cattolico e l’addensarsi delle prime nuvole belliche.
Il Primo Maggio è tutto questo: speranza, riflessione e accesa lotta politica.