giovedì 11 febbraio 2010

Iran: c'è da finire il lavoro


L'operazione è partita: forse entro quest'anno oppure all'inizio del prossimo, ma l'Iran verrà attaccato. Mi vesto da Cassandra? Non credo, troppi fatti sostengono la previsione. Come in occasione della Jugoslavia prima e dell'Iraq poi, è partita una pervicace operazione di denuncia del nuovo "Hitler" ora reincarnatosi - ma non si stancherà il suo spirito? - nelle sembianze di Ahmadinejad.

E' lui che, nonostante elezioni che ne corroborarono la legittimità e la larga popolarità, opprime e schiavizza il suo popolo; è lui che usa la forza per reprimere i manifestanti della libertà, quei verde-colorati dei quartieri ricchi che anelano al bel vestito e al diritto al godereccio lusso. Prima o poi finiranno i bei colori per le rivoluzioni tutte dipinte Cia. Ma sono tanti, troppi.


I nostri tromboni della libertà - i tanti intellettualoni dei circoli televisivi - starnazzavano di brogli nelle presidenziali iraniane e glorificavano i nuovi giovani eroi che mettevano a ferro e fuoco la capitale iraniana, mentre quando, poco dopo, i brogli in Afghanistan davvero si produssero, il silenzio riprese lo scettro: come brilla, tanto da accecare, la nostra Camelot assediata! Non parliamo poi del colpo di stato in Honduras! Quello no, l'ha fatto un simpatico bergamasco di nome Micheletti. Lì i voti nemmeno sono arrivati: anzi numerosi resistenti, semmai, sperano di poter votare come zombie almeno.

Famelico dittatore e basta? No, assolutamente. Ahmadinejad è pronto a sviluppare il nucleare per il suo paese! Che orrendo crimine in un mondo che, tutt'ad un tratto, sembra denuclearizzato (ve lo ricordate questo aggettivo ben stampato sulle insegne stradali comunali, prima della comparsa dei dialetti?). No, lui l'atomica non può averla! In quell'area spetta solo - per diritto biblico - ad Israele perchè ha governi democratici che con il consenso predicano e razzolano apartheid e sterminano con quotidiana lucidità un popolo: essere dalla parte giusta consente anche il genocidio, l'ho capito! Ma non mi stanco di sottolinearlo. Tanti possono avere il nucleare e anche le bombette - son democratici lor signori! - per disseminarle ovunque, ma l'Iran non deve neppure pensarci: il suo diritto, internazionalmente riconosciuto, è solo quello di restare vulnerabile, non troppo sviluppato e di non permettersi neppure di bilanciare un poco l'equilibrio di potere in Medio Oriente.

Arriverà la guerra, Obama resterà comunque buono. A sinistra tanti aspetteranno la liberazione di Teheran, mentre una sparuta minoranza spererà addirittura nella prossima rivoluzione bolscevica persiana sull'onda degli eserciti Nato ... E' già successo.

Io buono non sono: saprò dove stare. Con l'aggredito. Pure questo, è già successo. Tengo stretto il mio diritto di perdere, in un mondo che vuole solo vincere, che preferisce l'elmetto alla testa.

d.

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