domenica 24 maggio 2009

Brucia il libro!


Luglio 1936: il pronunciamento militare franchista si abbatte sulla "bella" Spagna repubblicana. "Bella" perché animata dalle speranze di sfruttati da secoli tenuti a bada dal tallone di ferro di "lor signori".

"Moltiplicatevi e spargetevi come carne da cannone. Un impero di ossa che aumentano anno dopo anno. E poi i morti della guerra di Spagna. Quello che avevano perso fuori, i militari erano venuti a conquistarselo dentro".


Alle fucilazioni di massa di repubblicani, comunisti e anarchici si accompagnano i roghi di massa dei libri: estirpare gli uomini liberi e le pagine che liberi li avevano cresciuti. Bruciare il libro è negare l'uomo, perché questo non è lo squallido bottegaio attaccato al piccolo cabotaggio del suo interesse. No! E' lo spirito critico, la bella speranza.
Non è il fascista e non è il golpista, cinici e astiosi affossatori della speranza di riscatto. Perché questa è nostra, me lo dicono le loro paure, le loro repressioni, le loro botte, le loro fucilazioni, i loro roghi.

"I libri come criminali, arrestati, messi al muro. Di spalle alla gente. In fila, pigiati senza lo spazio per potersi allungare, in un silenzio muto. [...] Passeranno i giorni, i mesi e gli anni, e i libri arrestati spariranno a poco a poco".

Ma i libri pare non sempre brucino bene ...

(Citazioni tratte da Manuel Rivas "I libri bruciano male", Feltrinelli)

d.

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